Roma, confiscato un patrimonio a pregiudicato romano del valore di 5 milioni di euro


“Operazione IL MARCHESE” I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata hanno dato esecuzione, questa mattina, ad un Decreto di Confisca, emesso dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti del pregiudicato CANNAVÒ Claudio cl. 71 e di alcuni suoi “prestanome”. La confisca giunge al termine del relativo Procedimento di Prevenzione, instaurato a seguito delle minuziose indagini espletate dagli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e dello S.C.I.C.O., delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. In particolare, nel corso del Procedimento, è emerso come il CANNAVÒ avesse tentato di occultare la reale titolarità delle proprie possidenze, intestandole, nella maggior parte dei casi, al suo ampio entourage familiare, costituto, nel tempo, da ben tre nuclei familiari. Il CANNAVÒ è ampiamente noto alle Forze di Polizia, per aver iniziato a delinquere sin dall’età di 18 anni, ed è stato oggetto di molteplici segnalazioni a numerose Autorità Giudiziarie, per delitti di vario genere: dalla ricettazione al riciclaggio, dal porto abusivo e detenzione di armi alla rapina, dalle lesioni personali alla tentata violenza sessuale a scopo di rapina, dall’usura aggravata all’associazione per delinquere. Parimenti, sono stati documentati inequivoci rapporti con pregiudicati mafiosi calabresi, in relazione ai quali è stato anche oggetto di provvedimenti restrittivi della libertà. Illuminante, in tal senso, risultava la rilettura e valorizzazione di pregresse e datate intercettazioni telefoniche, in cui lo stesso CANNAVÒ: – sottolineava come, per l’esecuzione delle rapine, “i romani” fossero sicuramente più “specializzati” rispetto “ai calabresi” o “ai napoletani”: “”””… le rapine a Napoli non le sanno fare per niente. Le rapine serie ci vogliono sempre questi di Roma per farle a Napoli. A Napoli, in Calabria…sono ottusi, non le sanno fare per niente! … i Napoletani, i Calabresi, quando hanno da fare un lavoro serio dove ci sono i soldi, lavoro tipo un blindato o una cosa del genere, vengono sempre qui a Roma.(Inc.) … La gente brava e’ quella che non fa “succedere” i morti. Poi se 2 deve succedere, oh, la vita mia con quella di quell’altro…e’ meglio quella di quell’altro. …”””; – si vantava delle entrature criminali su cui poteva contare su Roma “”””… tutti i più grossi pregiudicati, tutti, li conosco tutti! non è che ti dico che ne conosco il 70, l’80%. tutti quanti, tutto il 100%. tutti! di Roma, io ti parlo di Roma…non ti dico tutti quanti, ma di Roma tutti proprio! …”””. Tanto evidenziato, le odierne attività di polizia economico-finanziaria, svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e dal Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, hanno permesso di far emergere come – nel tempo – siano stati effettuati plurimi atti di compravendita tra soggetti contigui al CANNAVÒ ed intestati beni a soggetti di fiducia, con redditi “al limite della soglia d’indigenza”. Durante il Procedimento di Prevenzione, inoltre, il CANNAVÒ ha tentato di giustificare le rilevanti ed incoerenti disponibilità patrimoniali, strumentalmente utilizzando dichiarazioni di soggetti “vicini”, richiamando solo “rapporti occasionali, non documentati, rimessi pertanto a lontani ricordi di amici e conoscenti, in attività peraltro disparate diverse tra loro”. Ancora, determinante al fine della decisione da parte del competente Tribunale sono risultati i precedenti del CANNAVÒ, anche in relazione all’inclinazione del medesimo alla violenza; infatti, il medesimo:  annovera precedenti inerenti le armi da fuoco e, in più occasioni, ha utilizzato oggetti da taglio, come un’accetta o, in un altro caso, un coltello di quasi 20 cm;  durante un tentativo di recupero di un credito, percuoteva una giovane lì presente, colpendola con una stecca da biliardo, per poi trascinarla per terra, minacciandola di non riconoscerlo in futuro;  veniva denunciato, dalla propria convivente, per violenza sessuale e maltrattamenti, commessi anche contro la loro figlia, costringendo le stesse a rifugiarsi in un Centro Antiviolenza. In tale ultima circostanza, tra l’altro, il CANNAVÒ cagionava alla convivente varie bruciature, utilizzando un ferro da stiro rovente. In definitiva, l’odierno provvedimento ablativo ha consentito di sottoporre a confisca: – n. 17 beni immobili, siti in Roma e provincia, provincia di Rieti; – n. 6 autovetture, – patrimonio aziendale e relativi beni di n. 2 attività commerciali, esercenti l’attività di noleggio di slot machine e B & B; – rapporti bancari/postali/assicurativi, per un valore complessivo di stima dei beni sottoposti a confisca di oltre 5 milioni di euro. Da segnalare, inoltre, come il Tribunale abbia anche riconosciuto l’incauto affidamento effettuato da parte di un Istituto di Credito per l’accollo di un mutuo da parte della moglie del CANNAVÒ, casalinga priva di redditi, disponendo la cancellazione dell’ipoteca sugli immobili posti a garanzia del mutuo stesso. L’odierna operazione testimonia, ancora una volta, il quotidiano impegno delle Fiamme Gialle nell’aggressione ai patrimoni illeciti, nonché la valenza dello strumento delle Misure di Prevenzione Patrimoniali, che rappresentano, oggi, il più importante strumento di aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati.

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